L’avevo anticipato nel post precedente: oggi parleremo della “Do Nothing Challenge”, una sfida lanciata anni fa da Liz Sterling sulle pagine dell’Huffpost. Di che cosa si tratta? Ebbene, le nostre menti sono sempre impegnate nel fare qualcosa, anche quando in realtà dovrebbero essere tutto sommato sgombre. Liz Sterling, nel suo articolo, spiegava di come avesse notato che la sua mente inconsciamente contava qualsiasi cosa: il numero di tagli effettuati con il coltello nel preparare le verdure, le posate riposte nel cassetto dalla lavastoviglie, il numero di scalini fatti mentre si salgono le scale e via dicendo.

Il problema è che una mente sempre occupata è una mente in ansia. E va sottolineato anche che dire “occupata” non vuol dire “produttiva”, anzi. Spesso è una mente che preoccupa di cosa cucinare a cena, o di altre cose che non dovrebbero tenere occupata la nostra mente mentre lavoriamo o facciamo altro.

Ecco allora che Liz, partendo da questo presupposto, ha lanciato la “Do Nothing Challenge”. Il concetto è semplice: si propone infatti di fissare ogni giorno una sessione di 5 minuti di niente. Del resto ci sono scuole buddhiste che da oltre 15 secoli coltivano la complessa arte del non fare niente, del liberare la mente.

Niente tv, niente libri, niente smartphone, niente chiacchiere: semplicemente fare niente, meglio ancora se in mezzo alla natura, o comunque in un luogo che permette di rilassarci. E tu, come organizzeresti i tuoi 5 minuti quotidiani di niente?

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