Tantissime persone hanno un problema con lo shopping. Ma come si fa a capire quando questo problema è abbastanza serio, e che deve essere affrontato in modo altrettanto serio? Come si fa a capire quando si ha che fare con un disordine compulsivo legato agli acquisti, o con quella che gli inglesi chiamano “shopping addiction”?

Ci sono alcuni campanelli d’allarme da tenere in considerazione. Il primo potrebbe essere l’impulso di acquistare qualcosa quando si passa una giornata non particolarmente entusiasmante, con dei piccoli problemi in casa, a lavoro oppure all’università. Un secondo campanello d’allarme è quello di dimenticarsi di quello che si è acquistato: chi fa pochi acquisti dà una certa importanza agli oggetti nuovi, mentre chi fa acquisti in modo compulsivo non prova nessuna reale soddisfazione dopo l’acquisto, tanto da arrivare talvolta a dimenticarsene.

Il problema è inoltre evidente quando si cerca di nascondere gli acquisti a un partner, alla famiglia, ai colleghi oppure agli amici. E ancora, è bene iniziare ad affrontare la situazione di petto nel momento in cui ci si accorge di essere ansiosi quando passa del tempo senza fare shopping, o quando si esce da un negozio senza effettuare degli acquisti. E che dire del senso di colpa che si avverte dopo avere acquistato qualcosa che, evidentemente, non serviva affatto?

Chi si riconosce in queste descrizioni dovrebbe iniziare a guardare allo shopping come a una vera dipendenza: le pratiche e le tecniche legate al minimalismo possono aiutare a voltare pagina. Chi non riesce a liberarsi di questi comportamenti compulsivi autonomamente dovrebbe rivolgersi a un terapeuta.

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