Oggi voglio inaugurare una piccola serie di contenuti dedicati di volta in volta a ogni ambiente nelle nostre case, per avere una guida basilare per fare del decluttering efficace e “scientifico”, senza quindi lasciarsi trasportare dalle emozioni. Il fatto di assegnare a ogni episodio un ambiente diverso della casa non è casuale: il decluttering va fatto poco alla volta, prendendo di mira una sola stanza alla volta. E anzi, per ridurre al minimo traumi e stress, e per poter capire passo dopo passo quanto lo spazio può aiutarci a vivere meglio, sarebbe bene fare dei piccoli passettini: oggi quel cassetto, domani quell’altro, la prossima settimana quell’armadietto, e via dicendo.

Oggi cominciamo dalla cucina. Da dove iniziare? Ovviamente dal cibo scaduto, o meglio, da tutto quel cibo che non è effettivamente più consumabile: talvolta come sappiamo la data di scadenza può essere “sforata” di qualche giorno o persino settimane senza alcun problema concreto. Eliminato tutto il cibo destinato al cestino, passiamo a tutti quei contenitori di plastica che affollano le nostre cucine: alcuni li utilizziamo davvero, altri non sono mai stati usati, di altri ancora abbiamo solo il coperchio o solo il contenitore. In tutte le cucine ci sono poi dei mestoli vecchi che abitano i fondi dei cassetti e che da anni non vedono la luce del sole, e spesso questa cosa si ripete anche per degli elettrodomestici acquistati – o ricevuti in regalo – mai usati: dal tostapane alla macchinetta del caffè per la quale dimentichiamo sempre di comprare le cialde. Si parla in ogni caso di strumenti che possono trovare una seconda vita in un mercatino dell’usato.

E ancora, è comune l’accumulo negli armadietti di piatti spaiati, piattini solitari e tazze sbeccate, che non usiamo mai, né nella quotidianità né per gli ospiti: anche questi possono uscire dalla nostra vita. Hai la buona abitudine di tenere i vasetti di vetro per le conserve, ma di fatto non li hai utilizzati negli ultimi 2 anni? Forse è il caso di liberarsene!

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