Quello del minimalismo è un concetto moderno, che ha avuto una certa fortuna negli ultimi decenni. Ma è possibile in realtà trovare delle radici del minimalismo più di 2.000 anni fa. Tutti conosciamo Socrate, no? Sappiamo che la Platone partì dai suoi principi, dando forma alle basi del pensiero occidentale. Ma ci furono anche altri discepoli di Socrate, i quali a partire dai pensieri del maestro presero strade differenti. Antistene, per esempio, partì dal lato più pratico del pensiero socratico, fondando la scuola cinica. L’esponente più famoso di questa scuola fu Diogene di Sinope.

Diogene può essere visto come un minimalista ante litteram, o persino come il minimalista originale, forzando un po’ i termini. Un filosofo che rifiutò con tutto sé stesso di seguire i valori dell’accumulo e del possesso, e che invece sposava appieno il concetto dell’autarchia, ovvero di vivere in modo autonomo, senza essere legato a dei beni materiali. E in effetti Diogene possedeva solo un mantello, un bastone da passeggio e una sacca di cuoio, senza possedere soldi né casa: il filosofo affermava di avere scoperto la felicità attraverso l’autosufficienza e l’autocontrollo. Il minimalismo di Diogene, quindi, era fondato sull’assenza di vincoli materiali, in cui l’indipendenza e la libertà finiscono per coincidere con il benessere personale. Cosa ritroviamo del pensiero di Diogene nel minimalismo moderno?

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