Mai sentito parlare di ignoranza selettiva? Siamo stati cresciuti con la certezza che l’ignoranza fosse un male. Il che è giusto, giustissimo: non a caso Dante, che considerava il conseguimento della conoscenza come la vera ragione dell’esistenza umana, ebbe a scrivere nell’Inferno la celebre terzina “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. Ecco allora che studiamo, leggiamo, ci informiamo. E per fortuna.

Ma questo non significa che dobbiamo sapere proprio tutto tutto. Anzi, ci sono delle cose che forse sarebbe meglio non sapere. Certo, non è facile tracciare un confine tra ciò che è meglio sapere e ciò che possiamo trascurare, c’è un’ampia zona grigia. Ma sono abbastanza certo che possiamo vivere, e che possiamo vivere meglio, senza sapere tutto quello che succede giorno per giorno nel mondo delle celebrità maggiori e minori, lasciandoci alle spalle tutto questo gossip.

Sono sicuro che possiamo vivere meglio senza tutti i contenuti di infima qualità che troviamo sui social network, con persone che di settimana in settimana diventano dottori, virologi, economisti, diplomatici, allenatori, meteorologi e via dicendo.

Ecco, l’ignoranza selettiva è quell’ignoranza consapevole che ci aiuta a selezionare attentamente le fonti che vogliamo tenere in considerazione. Potremmo decidere di smetterla di seguire quel tale gruppo s Facebook, di disdire l’abbonamento a quella rivista di gossip, di smetterla di guardare il telegiornale di quell’emittente che gonfia terribilmente le notizie, e via dicendo.

L’ignoranza selettiva ci permette di dedicare maggiore attenzione a quello che davvero vogliamo sapere, e a quello che davvero vogliamo pensare!

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