Essere minimalisti non significa osteggiare il consumo. Cosa è infatti il consumo? In economia, si definisce consumo quell’attività di utilizzazione dei beni e dei servizi da parte degli individui per il soddisfacimento dei bisogni umani. Senza consumo, di fatto, non c’è vita.

E visto che bisogna scegliere bene le proprie battaglie, è bene capire che il minimalista non deve combattere contro il consumo, quanto invece contro il consumismo oppure, da un altro punto di vista, contro il consumo eccessivo, patologico, compulsivo.

Tutti abbiamo bisogno di “cose”. Non possiamo farne a meno. L’asticella può essere posizionata ad altezza diverse, ma è ovvio che oltre un certo punto le cose che possediamo non possono che essere superflue. Pensa che l’abitazione di un occidentale medio contiene oltre 300.000 beni posseduti. Cosa possiamo farcene di tutta queste cose nell’arco di una giornata, di un anno, di una vita intera?

Il consumo diventa eccessivo quando non è dettato dal bisogno, quanto invece dalla ricerca di una felicità illusoria. Quando compriamo delle cose non perché ci servono, ma perché abbiamo l’illusione che ci potranno rendere felici – come puntualmente non avviene – abbiamo a che fare con un comportamento malsano.

L’importante, dunque, non è smettere di possedere e consumare delle cose, quanto invece capire cosa vogliamo davvero, e differenziarlo da cosa gli altri ci dicono – attraverso pubblicità e via dicendo – cosa dovremmo desiderare. Non è semplice, ma nemmeno impossibile!

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