Netflix è diventato famoso per diversi motivi. Per aver offerto una nuova modalità di guardare serie TV, per avere un catalogo enorme, nonché ovviamente per la possibilità di fare enormi maratone, con il famigerato “binge watching” di intere serie televisive in pochi giorni. A partire da qualche anno, però, ci si è accorti che in realtà questo modello non è particolarmente redditizio. Ecco che allora si è iniziato a proporre alcune serie con diversi release, con uscite cadenzate dei vari episodi. Oggi non è più strano guardare delle serie su piattaforme in streaming che, imitando le “vecchie” serie trasmesse dalla tv, fanno uscire uno o due episodi la settimana.

Perché ho parlato di streaming e di uno dei tanti cambiamenti che questo mondo sta vivendo? Semplice: perché questo è un segnale positivo. Perché questo è un passo piccolo ma non trascurabile verso il ritorno della cosiddetta “delayed gratification”, ovvero letteralmente della “soddisfazione posticipata”, qualcosa che il mondo contemporaneo del “tutto e subito” rischiava di far scomparire.

Non è forse meglio, molto spesso, ritardare un po’ il piacere e le soddisfazioni? La nostra società dominata da formule come quella di “Just Eat”, ovvero dall’impazienza di avere immediatamente quello che si desidera, non avrebbe forse dei benefici nel mettere un cuscinetto tra il desiderio e la sua soddisfazione? I minimalisti lo sanno molto bene, a partire per esempio dal “sacro” principio di attendere sempre qualche giorno prima di acquistare qualcosa di non indispensabile: passate alcune giornate, infatti, si riuscirà a capire se quell’acquisto ci potrà effettivamente rendere felici o se invece l’impulso era dettato semplicemente dalla noia. Viviamo una sola volta, certo, ma questo non vuol dire che dobbiamo essere sempre impetuosi, che dobbiamo avere tutto immediatamente: al contrario, lo stesso presupposto dovrebbe guidare verso uno stile di vita più razionale, capace di dare davvero valore alla nostra quotidianità.

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