Nel post precedente del podcast abbiamo visto cos’è l’eco-minimalismo: in sintesi, si tratta di uno stile di vita che abbraccia i principi del minimalismo puntando alla riduzione dello spreco di risorse e di inquinamento. Viene quindi da domandarsi quale sia l’effettiva differenza tra minimalismo e l’eco-minimalismo, e se in effetti il minimalismo come lo conosciamo o lo pratichiamo non sia già di per sé “eco”. Ecco, la risposta è sia sì che no, perché come abbiamo già visto in passato esistono diversi tipi di approccio al minimalismo. Ci sono infatti persone che abbracciano lo stile di vita minimalista puntando in modo esclusivo ai benefici psicologici che questo può portare, come altre persone che sono magari approdate a questo modo di vivere passando per il design minimalista. Insomma, ci sono tanti minimalisti che hanno scelto questo stile di vita – e che ripetono questa scelta ogni giorno – senza pensare affatto al benessere dell’ambiente: la riduzione dell’inquinamento e dello spreco, in questi casi, è solo un effetto collaterale, qualcosa di non ricercato. Diverso è il caso dell’eco-minimalista: qui lo scopo prioritario, la scintilla che fa cambiare lo stile di vita, è proprio la protezione dell’ambiente. Ecco che allora ogni decisione sarà presa tenendo in considerazione l’impatto ambientale, e che l’eco-minimalista sarà inoltre maggiormente propenso a riciclare di più, a riutilizzare, a recuperare, a scegliere materiali sostenibili, e via dicendo.
Quindi sì, si può dire che in linea di massima qualsiasi forma di stile di vita minimalista tende a portare dei vantaggi dell’ambiente; ma anche che non tutti i minimalisti sono eco-minimalisti!

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