Il minimalista wannabe, quando si tratta di libri, si trova di fronte a un potenziale paradosso. Perché? Semplice: sul fatto che leggere aiuti a crescere, non ci sono dubbi. E non ci sono dubbi nemmeno sul fatto che esistono tanti interessanti libri sul tema del minimalismo, in modo diretto o indiretto (e di libri sul minimalismo ne abbiamo già parlato in passato). Però i libri sono anche oggetti, e in quanto tali affollano la nostra casa, e in seconda battuta anche i nostri pensieri.

Abbiamo già avuto l’occasione di dire alcune volte che i nostri oggetti ci possiedono, no? Ecco, lo stesso discorso vale non solo per i nostri vestiti, non solo per i videogames, non solo per tutti i soprammobili inutili che abbiamo in casa. Vale in parte anche per i nostri libri. Come diceva Umberto Eco, i libri che ci aspettano sugli scaffali, non letti, generano rimorsi, “ci fissano dagli scaffali come a ricordarci il nostro peccato di omissione.” 

Ma non a caso i libri vengono quasi sempre tenuti esterni alle varie liste di decluttering: i libri non si buttano! Ma deve essere per forza così? Dal mio punto di vista, invece, potremmo dire che i libri che non si leggeranno, o che non si leggeranno più, possono benissimo essere regalati, per fare spazio ad altri libri attentamente selezionati.

Del resto lo stesso Eco sottolineava come la biblioteca di ognuno poteva essere in gran parte composta dai libri da leggere, non da quelli letti. Ci sono dei libri che hai già letto, o che non leggerai mai? Regalali: diffondi la cultura, fai spazio per altri libri, liberati dal rimorso, e non comprare libri che non leggerai mai!

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