Con lo scorso post abbiamo toccato il tema della zona di comfort, ovvero di quello spazio sicuro in cui non si rischia nulla, ma nel quale non è possibile crescere. Si tratta ovviamente di un concetto mentale, di qualcosa che usiamo come scusa per non osare, per non sperimentare. Ecco quindi che stare nella propria zona di comfort vuol dire non conoscere persone nuove, non provare nuove esperienze, non sperimentare nuovi business, e via dicendo.

E sai una cosa? La stessa crisi pandemica, con tutti i suoi limiti e restrizioni, ci ha spinto in qualche modo in una zona di comfort collettiva. Non uscire dalla propria regione, non fare assembramenti, rientrare prima delle 10: le giornate sono diventate più routinarie, le incertezze sono diminuite, e insieme a esse le novità, le esperienze e sì, anche i rischi.

Ora è il momento di uscire da questa zona di comfort, da questo stato di apatia e di grigiore. E però, dopo tanti mesi a lamentarsi delle regole stringenti dell’emergenza sanitaria, oggi abbiamo un certo celato timore di uscire dalla questo carcere dorato in cui siamo stati per tanto tempo.

Pur con tutte le accortezze del caso – sempre con la mascherina addosso, e sempre nel rispetto delle regole – è però decisamente ora di abbandonare questa malsana comfort zone, per conoscere nuove persone, per scoprire nuovi luoghi (anche all’interno della propria città), per trasformare finalmente in realtà tutti i progetti che si sono accarezzati durante i lunghi mesi di restrizioni.

Il peggio è passato: ora è arrivato il momento di riprendere le redini della tua vita!

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