Chi ha abbracciato il minimalismo nella propria vita di tutti i giorni potrebbe essere particolarmente sensibile ai temi e agli insegnamenti del riduzionismo, indicato spesso anche con il termine reducetarianesimo, perlomeno in campo alimentare.

Tutti sappiamo che quello che mangiamo ha conseguenze importanti per la nostra salute, per il nostro portafoglio nonché per l’ambiente. Ecco, il riduzionismo ci insegna a mangiare meglio, per il bene nostro e del pianeta. E ci insegna anche che per fare la differenza non serve per forza diventare vegetariani e vegani: può bastare anche introdurre del sano buon senso nella nostra dieta quotidiana.

Mangiare meglio, nel nuovo Millennio, non vuol dire solamente mangiare bene per il nostro corpo. Vuol dire anche pensare all’impatto che i nostri pasti hanno sull’ambiente. Ecco allora che ridurre in modo concreto ma non drastico i prodotti di origine animale permette di avere benefici in entrambi i sensi.

Moderando il consumo di carne, di uova e di latticini è possibile proteggere l’ecosistema e la propria salute, attraverso delle scelte di alimentazione consapevole. Non penso che ci sia nessuno che, ormai, ignora il fatto che gli allevamenti intensivi di bestiame provocano alti tassi di inquinamento. Ecco allora che limitare il consumo di carne e dei derivati – seguendo una logica di riduzione che non è affatto estranea a quella del minimalismo – ci può aiutare a fare grandi passi in avanti.

È possibile per esempio decidere di stabilire uno o due giorni “vegani” o “vegetariani” ogni settimana, tipo il Meat Free Monday inglese, scegliendo poi di avere almeno un pasto completamente vegetariano o vegano per ogni giorno restante.

Sicuramente non è difficile, e i vantaggi possono essere tanti!

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